Teatro 3 by Stefano Benni & Benni Stefano

Teatro 3 by Stefano Benni & Benni Stefano

autore:Stefano Benni & Benni Stefano
La lingua: ita
Format: epub
editore: Feltrinelli Editore
pubblicato: 2017-10-30T00:00:00+00:00


EFFIMERA

Testo di Stefano Benni

Scenografia di Pietro Perotti

Attrice: Dacia D’Acunto.

Rappresentato al Teatro Argot di Roma nel 2015.

Canzone al buio, voce registrata mentre aumenta piano la luce.

Si comincia a morire da piccoli

Ma per fortuna non ce ne accorgiamo

E così fragili e ridicoli

In eterno di viver crediamo

Dansons dansons papillons

Dans la lumière d’un petit rayon

Voliamo in alto, insieme io e te

Una luce ci brucia e... adieu

Dansons dansons papillons

Dans la lumière d’un petit rayon

La luce ci svela un bosco pieno di fiori, e a terra un bozzolone verde, tipo le custodie dei vestiti. Da dentro al bozzolone una mano apre la lampo e poco alla volta esce una ragazza con bellissime ali colorate.

Non sono più al buio... (si stropiccia gli occhi) quanta luce, che bello... (guarda la crisalide) Uh, ero io quel brutto brucone verde? E adesso che bei colori che ho... guardatemi... sì, nasco già vanitosa... e che bei colori anche tutto intorno... qui... nel bosco. Come lo so che è un bosco? Be’, ho letto il Manuale delle creature di successo venti giorni chiusa nel bozzolone, so già un sacco di cose, bosco, bozzolone, botanica... che non è una parolaccia, è la scienza che studia le piante e i fiori, e io l’ho imparata. Questo, ad esempio (tocca un fiore), è un Cyclamen ictohyetoron. Ma che brutto nome. Ti chiamerò Celestopio. Quest’altro... (rumore di tuono. Guarda in su, con aria di sfida) Be’, come tutti i bambini rivendico il diritto a dare il mio nome alle cose del mondo. (indica un altro fiore, un girasole) Tu sei un Vangogolo... e tu (papavero) sei un Pappamonet... (rumore di vento. Grande tuono che la spaventa, guarda in alto) Oh, salve lassù... eh, ma che faccia arrabbiata, sei la mamma? Sei il babbo? Sei una sintesi dei due? Attenti, che adesso certi cattolici... lo so chi sei, tu hai creato tutto, il bozzolone e le nuvole e me e i Vangogoli e i funghi Coliconi... sì, coliconi... si chiamano amanite? Uhm, che nome banale... no, non comincio subito a fare la disobbediente... va bene, prometto, faccio la brava... per ora... (tuono, parla sempre con le divinità superiori) Eh, ma che nervosi! Irriconoscente io? Mi avete fatto un regalo? Un giorno di vita? Certo, è un bellissimo regalo, “un giorno” chissà quanto dura. Poco? Poco nel senso del Manuale delle creature di successo, cioè il contrario di molto? Cioè quanto? Dall’alba alla notte? Ma è pochissimissimissimissimo. È una presa per il crufolo. Ma insomma, venti giorni chiusa dentro a quel bozzolone, senza niente da fare, senza news, senza neanche Fatabook... va bene, non invento le parole e nemmeno le cose, tanto prima o poi qualcuno le inventerà... venti giorni da bruca e un solo giorno da papillona? Da fatina farfalla, da farfa farfarella, da farficchia farfichetta... va bene, non invento più, mi attengo al classico... in principio creavit Deus... o voi demiurghi, o eccellenze o pantheon... (ironicamente saltella qua e là)

Ah, che bello, un giorno... si comincia la mattina, si fa colazione, si va di fiore in



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